La Colonscopia Virtuale con TC e RM

Autori: G.F. Gualdi, L. Bertini, E. Casciani, S. Lanciotti,E. Polettini

Il carcinoma del colon-retto è la quarta neoplasia  per incidenza dopo la mammella, il polmone e la prostata ed è la seconda causa di morte per cancro negli Stati Uniti; si verificano 111.000 casi l’anno negli USA con 51.000 morti l’anno; nella maggior parte dei casi l’eziologia è legata alla trasformazione di polipi adenomatosi in carcinomi. Pertanto, l’identificazione precoce di tali polipi sarebbe in grado di ridurre il tasso di incidenza del tumore del colon-retto dal 76% al 90% (1).

Il 50% della popolazione generale è portatore di po lipi del colon, che aumentano progressivamente con l’aumentare dell’età; istologicamente si possono di stinguere due tipi di polipi: iperplastici ed adenomatosi. I primi non si trasformano in carcinoma, rappresentando il 50% dei polipi inferiori ai 5 mm ed il 30% dei polipi tra 6 e 9 mm, mentre i secondi si trasformano in carcinoma presentando un rischio correlato con le dimensioni; il rischio di  insorgenza dell’adenocarcinoma è stato stimato pari all’1% nei polipi adenomatosi con dimensioni inferiori ad 1 cm, pari al 10% in quelli con dimensioni
tra 1 e 2 cm e pari al 40% in quelli con dimensionimaggiori a 2 cm (2). È attualmente opinione comune, quindi, che debbano essere resecati i polipi di dimensioni superiori ad 1 cm, i cosiddetti “advanced adenoma”, ossia i polipi che presentano una maggiore probabilità di degenerazione neoplastica.

Le indagini utilizzabili per l’individuazione di questi polipi sono il clisma opaco a doppio contrasto, la
colonscopia ottica, la colografia-TC e la colografia-RM; queste ultime due metodiche sono tecniche di
recente introduzione, ancora in evoluzione, rappresentano esami che non sostituiscono la colonscopia
ottica, ma che sembrano possedere una migliore compliance da parte dei pazienti, una buona sensibilità
e soprattutto la possibilità di candidarvi i pazienti nei quali non è possibile eseguire la colonscopia
ottica per la difficoltà ad oltrepassare le stenosineoplastiche con l’opportunità di individuare la
presenza di lesioni sincrone.


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