Cistocele

Definizione | Causa | Sintomi | Diagnosi | Terapia | Rischio, Rapporti sessuali

Definizione

Rappresenta lo scivolamento verso il basso della vescica che si spinge verso la parete anteriore della vagina per l’indebolimento dei suoi legamenti sospensori e per la debolezza delle strutture pelviche.

Causa

cistocele

Le cause sono molteplici. La più frequente, è rappresentata dalle manovre del parto, in particolare se traumatiche e se condotte in donne non più giovanissime (> 30 anni) in maggior misura se si sono verificate difficoltà nella fase espulsiva. Il cistocele spesso si presenta dopo isterectomia, in caso di alterata funzionalità dell’apparato muscolare del pavimento pelvico e degli sfinteri (dissinergia addomino-pelvica). Il cistocele più frequentemente colpisce donne oltre i 50 anni ma, talvolta, anche le giovani che non hanno partorito.

Sintomi

Può essere totalmente asintomatico ed essere diagnosticato solo “occasionalmente” durante una visita ginecologica o proctologica: in questo caso, se asintomatico, e se di piccole dimensioni, non si deve fare nulla. Talvolta il primo sintomo è rappresentato da una tumefazione presente in vagina, a carico della parete posteriore, e che aumenta di dimensioni nello sforzo evacuatorio (ponzamento) e/o nella stazione eretta. Normalmente non causa dolore ma, talvolta, può comparire nel corso dei rapporti sessuali. I sintomi più rilevanti sono rappresentati da dolore gravativo (senso di pesantezza), in rapporto al grado di scivolamento della vescica che può anche protrudere (uscire) dal meato vulvare, alterazioni dello svuotamento vescicale, dispareunia (rapporti sessuali dolorosi).

Diagnosi

La diagnosi avviene con la visita specialistica ginecologica, urologica o proctologica se in concomitanza con altre patologie del pavimento pelvico. È sempre utile perfezionarla con la RM (risonanza magnetica) della pelvi che consente di valutare un possibile coinvolgimento degli organi distrettualmente limitrofi (vagina/utero, retto, grande e piccolo intestino).

Terapia

Si deve trattare solo il cistocele sintomatico. Ricordiamo sempre che il cistocele può essere anche importante ma non causare sintomi di rilievo: in questo caso (ovviamente in assenza di fastidiose problematiche di continenza o di occupazione della cavità vaginale o protrusione dalla stessa) la convivenza è pacifica e non crea complicanze. In caso di diagnosticata dissinergia addomino pelvica diviene importante la riabilitazione del pavimento pelvico. Nei casi più importanti e resistenti a terapia conservativa è indispensabile il ricorso all’intervento chirurgico (trans-anale, trans-vaginale, trans-addominale in caso di associato prolasso pluricompartimentale) e consiste nella cistosospensione, fasciale o protesica.

Rischio

L’unico rischio reale in caso di cistocele sintomatico è l’ingravescenza (il peggioramento) dei sintomi e della manifestazione anatomica. Tradotto in termini più semplici il rettocele può aumentare di dimensione ed i sintomi ad esso riconducibili peggiorano gradualmente. Ovviamente più il cistocele è grande, più complessa è la terapia.

Rapporti sessuali e prolasso

Molto spesso ci si domanda se il rapporto sessuale è controindicato in caso di prolasso rettale, di rettocele, cistocele, isterocele (prolasso uterino), emorroidi, ragadi anali. Altre volte il dubbio viene in merito al ruolo del rapporto sessuale nella genesi di un prolasso. Normalmente un rapporto vaginale “ordinario” non è controindicato né può essere considerato responsabile del prolasso, rettale, vescicale, uterino o vaginale; neanche di emorroidi o ragadi.

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Autore: Prof. Massimo MONGARDINI